tratto da Biancaneve dei Fratelli Grimm
di e con Gisella Vitrano
regia Dario Muratore e Gisella Vitrano
costumi, macchina scenica e oggetti di Sabrina Vicari #consuendi
disegno luci e sound Francesco Vitaliti
produzione del Piccolo Teatro Patafisico
con il sostegno di Dudi, libreria per bambini e ragazzi e
“con il sostegno di Cooperativa Teatrale Prometeo – Passo Nord Centro Residenze Artistiche”
spettacolo semifinalista a In-Box verde 2023.
spettacolo meritevole di segnalazione da parte delle giurie di In-Box verde 2023.
debutto nazionale al Festival Giocateatro di Torino 2023
durata 45’ minuti
La Regina Corvina, anche lei è stata una bambina.
Ma la grande mancanza d’amore ed una insanabile delusione l’hanno trasformata in un adulta malvagia e invidiosa. Per troppo tempo si è sentita ripetere dalla madre “Corvina, non tutti i desideri si avverano”!
Anche Lei, come Biancaneve ha lunghi e lisci capelli nero-corvino che nel tempo si sono spenti, sono diventati: lanosi, ispidi a spirale. Si sono ritirati e aggrovigliati. Sarà proprio Corvina a raccontare la storia di Biancaneve; racconterà del cacciatore, del bosco, dei sette nani e dell’arrivo di un principe.
Ma la Regina Corvina racconterà anche la sua storia, del suo specchio magico, dei suoi travestimenti, delle sue pozioni segrete e della sua continua e futile sfida contro Biancaneve, fino al giorno della sua disfatta.
Perderà tutto. Ma sarà l’occasione per Corvina di uno svelamento, una dichiarazione profonda, di una nuova possibilità.
“Biancaneve, per questa volta sparisco io, ma tu non credere a chi ti dirà che i desideri non si avverano, perché alcuni si, si avverano”.
Un flusso di coscienza, quello di Corvina, tagliente e consapevole. Di lei sappiamo che il suo cuore è di pietra, è un groviglio incandescente di emozioni e conflitti, tanto intensi quanto spesso mal controllati. Lei è la regina “cattiva”.
Ma sono proprio questa sua sofferenza, questa sua gelosia e questo suo bisogno di vendetta che ci condurranno nella storia dei fratelli Grimm, per svelarci che non sempre si tratta di colpa, ma a volte è solo questione di esperienza; quella con la quale ognuno di noi fa i conti, ad un certo punto della propria vita.
Il desiderio d’essere amati, il desiderio d’essere ascoltati e di non essere abbandonati.
E allora cosa si prova a rimanere soli?
Cosa significa sapere di non poter più avere qualcosa o qualcuno? Una figlia, da poter cullare, allattare, vestire, stringere al petto e vedere crescere, magari un po’ simile a sé.
Cosa si prova sapendo di aver perso qualcosa, l’occasione, che non tornerà più: l’innocenza, la giovinezza, la bellezza?
Si impazzisce.
Allora non è cattiveria, è inquietudine? Di più, è pazzia!
E poi esiste davvero una divisione tra buoni e cattivi? O è vero che spesso vittima e carnefice si fondono e confondono? Nella fiaba di Biancaneve, lei ed il principe sono davvero buoni ed è solo la Regina ad essere cattiva?
Da tutte queste domande nasce il desiderio, e la necessità di raccontare la storia di questa regina. Corvina e le sette montagne è una riscrittura della famosa fiaba dei Grimm, per dar voce ad un personaggio della letteratura per ragazzi considerato troppo presto semplicemente e frettolosamente dalla parte dei malvagi. Ma in quanti si sono mai chiesti: cosa l’ha resa così malvagia? E come si può evitare che cresca e dimori in noi così tanta rabbia?